La chitarra, questa sconosciuta

conoscere la chitarraChiariamoci qualche dubbio
Insegno musica da parecchi anni e mi capita sovente di sentire le seguenti parole “faccio studiare la chitarra a mio figlio perché è facile” oppure “se avesse avuto più tempo gli avrei fatto studiare il pianoforte, ma è troppo impegnato”. Il fatto che si possa ragionare in questa maniera è semplicemente dovuto alla disinformazione che si è diffusa riguardo questo strumento. Sarebbe bello chiedere il parere di chi ha dedicato una vita allo studio e allo sviluppo di numerose tecniche che riguardano la chitarra, come D. Aguado, A. Segovia, F. Sor, W. Montgomery, M.Knopfler, E. Clapton, P. Metheny, B. B. King, J. Hendrix, M. Barrueco ed innumerevoli altri artisti passati e presenti.

E’ difficile suonare la chitarra?
Questo è il tipico dubbio di chi si avvicina allo strumento, e la risposta è: dipende! Infatti, se negli anni passati potevano bastare poche nozioni per militare in una band di musica pop, oggi il livello medio è notevolmente più alto ed anche nei generi più popolari ci vuole una solida preparazione di base (solfeggio, armonia, ecc.). Per quanto riguarda la musica colta va da se che l’impegno deve essere di un certo valore (ad es. musica classica e jazz). Ciò non toglie che per suonare il tipico accompagnamento “da spiaggia” siano sufficienti solo alcune nozioni ritmiche e la conoscenza dei primi accordi, il tutto racimolabile in pochi mesi, ma non è solo lì lo strumento (e meno male!). Arrivare a certi livelli interpretativi, nel repertorio solista o d’insieme, richiede anni di sacrificio, studi ed applicazione.

Che cosa caratterizza la chitarra?
Diversamente dal pianoforte, ad esempio, le tecniche per suonare la chitarra sono numerose e permettono a questo strumento molte espressività, ecco di seguito le principali:
* tecnica classica (pizzicando con le unghie della mano destra);
* tecnica fingerstyle (diversa dalla precedente per l’utilizzo del pollice);
* legato;
* tapping (entrambe le mani agiscono sulla tastiera);
* tecnica col plettro (plettrata alternata e consecutiva);
* stoppato e muting;
* tecnica mista;
* armonici naturali ed artificiali;
* effetti percussivi e ritmici;
* bending (tirato);
* bottle neck;

Ognuna di queste è legata ad uno o vari generi musicali nei quali la chitarra detiene un ruolo di prima importanza: musica classica, rock, pop, country, heavy metal, blues, jazz e altri ancora, come strumento solista o in formazioni più o meno grandi. Inoltre alcune metodiche sono più appropriate ad un tipo di chitarra piuttosto di un altro.

Quanti tipi di chitarra ci sono?
Fondamentalmente esistono tre tipi di chitarra di gran diffusione: chitarra classica, chitarra elettrica, chitarra folk. Ognuna di esse si adatta alle sonorità timbriche ed esecutive d’alcuni generi piuttosto che altri.

Una chitarra classica

La chitarra classica

La chitarra classica è uno strumento acustico con corde di nylon. Le corde sono pizzicate dalle unghie della mano destra, in modo da ottenere contemporaneamente suoni di diversa intensità e più melodie. Ciò la rende, a tutti gli effetti, uno strumento polifonico.
Madre delle moderne chitarre acustiche ed elettriche è anch’essa figlia di strumenti antichi, come il liuto e la vihuela. E’ nell’ottocento, in Spagna, che assume la sua forma attuale e si perfeziona, affacciandosi all’attività concertistica. Sono molti i generi e le tecniche legati alla chitarra classica: vanno ricordati almeno il flamenco, il classico e il genere brasiliano.

La chitarra acustica (o folk)

La chitarra folk
E’ uno strumento acustico con corde di metallo. Si differenzia dalla chitarra classica anche per la ridotta larghezza del manico, per il sistema d’incatenatura della cassa acustica, per le meccaniche e a volte per il numero di corde, che possono arrivare a dodici (in sei coppie). E’ spesso utilizzata come strumento ritmico per accompagnare il canto. Più raramente è usata con “unghie” di metallo o plastica. Si suona prevalentemente con il plettro, o penna. La chitarra acustica si diffonde negli Stati Uniti d’America verso la fine dell’Ottocento: robustezza e versatilità ne fanno presto uno strumento ambito. La sua voce si lega alla storia di questo paese attraverso le canzoni dei cowboy, le ballate, il blues e i brani dei grandi folksinger, da Woody Guthrie a Bob Dylan. Come grandi interpreti vanno ricordati Django Reinhardt nel jazz e Robert Johnson nel blues.

conoscere la chitarra elettrica
Chitarra elettrica su un palco

La chitarra elettrica
E’ uno strumento elettrofono, spesso privo di cassa di risonanza, che affida ad un pick up (microfono magnetico) collegato con l’amplificatore il compito di diffondere il suono. La chitarra elettrica senza cassa armonica è detta “solid body”, si riduce essenzialmente ad una tastiera e un corpo che può assumere forme molto diverse da quelli tradizionali. Anche il timbro può essere modificato con l’utilizzo di filtri che hanno visto notevole sviluppo a partire dagli anni Settanta.
La chitarra elettrica nasce negli Stati Uniti intorno agli anni Venti-Trenta per l’esigenza di poter usare lo strumento insieme a fiati e percussioni che, anche singolarmente, hanno maggior intensità di suono rispetto alle chitarre acustiche. Fino alla sua amplificazione, la chitarra rimase uno strumento di secondo piano nelle band.
Fondamentale il suo utilizzo nei vari generi musicali dal blues al jazz al rock e pop, sia ritmica sia con mansioni soliste.
Molti grandi chitarristi hanno legato il loro nome a questo strumento: da Hank Marvin a Mark Knopfler, da Jimi Hendrix a Eddie Van Halen, da Wes Montgomery a Pat Metheny, da Jeff Beck a Eric Clapton.

Jimi Hendrix suona per la televisione tedesca nel 1967

Come orientarsi?
E’ difficile scegliere come iniziare uno studio serio di chitarra e come proseguire?
La mia risposta è certamente no! Certo tutto è rilegato ad un insegnante coscienzioso, ma a parer mio esiste un metodo adatto a tutte le età, a tutte le esigenze e a tutti i livelli.
Ecco alcuni consigli:
A mio parere l’allievo in età elementare dovrebbe iniziare con lo studio della chitarra classica, visto che se ne producono anche di piccola misura e credo sia propedeutica alle altre; in seguito, dopo le scuole medie si potrà scegliere la strada più opportuna da seguire. Per uno studio che si ponga un obiettivo professionale, si dovranno affrontare un paio d’anni di chitarra classica per apprenderne i rudimenti; ulteriori due anni saranno dedicati ad un orientamento musicale con insegnamenti misti e in seguito si seguirà la strada più opportuna: classica, elettrica jazz, elettrica blues, elettrica rock, ecc. Resta chiaro che chi ha già le idee chiare per precedenti esperienze si orienterà di conseguenza.
Per uno studio più libero e informale, a tutte le età, si potrà procedere nella direzione che l’insegnante riterrà più opportuna, cercando però di stimolare l’allievo nelle varie possibilità offerte dai programmi, senza tralasciare le richieste e gusti personali.

E’ importante capire che, mentre alcuni aspetti ed insegnamenti dei vari percorsi sono comuni, vi sono delle peculiarità che possono richiedere anni di applicazione e sono specifiche e diverse, perciò è bene essere a conoscenza di ciò che si andrà ad affrontare nello studio di un certo tipo di chitarrismo. Tutto il resto lo fanno la PASSIONE e L’IMPEGNO.

by Wenz

 

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