La didattica della chitarra in Italia

La didattica della chitarra in ItaliaIl panorama didattico musicale in Italia si è profondamente trasformato dall’entrata dell’Italia nella Comunità Europea e anche l’insegnamento della chitarra ha avuto notevoli apporti dall’unione delle varie scuole, e ora si sta arrivando a una “standardizzazione” in un campo che prima era lasciato all’iniziativa personale.

Parlando della chitarra conosciamo la moltitudine di generi e sottogeneri che la caratterizzano, con tecniche spesso molto diverse tra loro e difficili da identificare in una radice comune: classica, acustica, elettrica, rock, pop, jazz, ecc.

La chitarra classica ha comunque una didattica più consolidata, grazie all’apporto di insegnanti e maestri storici come M. Carcassi, D. Aguado, F. Sor, F. Tarrega, A. Segovia, per citarne alcuni. Lo stesso non accadeva per l’elettrica e l’acustica, data la loro più recente introduzione.

La didattica italiana era comunque appannaggio del Conservatorio, che spesso manteneva però programmi obsoleti e di scarso rinnovamento. Dalla riforma dell’istruzione musicale le cose sono cambiate, e anche in Italia ci si è dovuti aggiornare, sono nati così i nuovi corsi A.F.A.M. (alta istruzione artistica musicale) corrispondenti ai corsi di laurea triennali e specialistici, e i corsi pre A.F.A.M. che sono quelli necessari a preparare l’allievo ad affrontare l’alta formazione e costituiscono la formazione di base.

Un’importante utilità è l’EQF, cioè il “Quadro Europeo delle Qualifiche per l’Apprendimento Permanente”, che cerca di disegnare uno standard per la formazione scolastica nei paesi della Comunità Europea. Vi sono previsti otto livelli, dalla formazione di base fino al miglior grado di perfezionamento, che in Italia corrisponde al Dottorato di Ricerca.

Le scuole di strumento previste per la formazione chitarristica in Europa sono: chitarra classica, chitarra acustica, chitarra elettrica, chitarra jazz. In Italia, per ora troviamo nei Conservatori il corso di chitarra classica e chitarra jazz, e chitarra jazz popular (blues, funky, fusion, rock, ecc.).

Anche i programmi hanno trovato una loro dimensione più chiara e comune, con repertori e conoscenze selezionati per ogni grado d’approfondimento e preparazione. Sia in Italia che in Europa troviamo i corsi preparatori all’alta formazione (pre A.F.A.M.) divisi in otto livelli o gradi (che arrivano fino al quarto livello EQF), con materie di studio quali: strumento e repertori, lettura teoria ed ear training, musica d’insieme, storia della musica.

Su questi temi, istituzioni come il Registro degli insegnanti di chitarra (RGT) sono all’avanguardia, avendo già da tempo disegnato percorsi professionali nell’insegnamento della chitarra e continuando costantemente ad aggiornarli, in collaborazione con importanti istituti scolastici inglesi.

Non crediate comunque che la standardizzazione sia qualche cosa di occlusivo e nocivo alla libertà artistica, in quanto i programmi danno solo indicazioni, ma il modo in cui essi sono insegnati e il superamento di eventuali problemi tecnici e musicali rimangono sempre sotto la completa responsabilità di un buon insegnante, che alla fine è sempre la cosa più importante.

by Wenz

photo credit: Thomas Hawk via photopin cc

 

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