Lezione di chitarra Jazz: musica modale e modo dorico

Chitarra Jazz: musica modale e modo dorico
Miles Davis nel 1986

Le prime volte che uno studente di chitarra jazz ha a che fare con le scale modali possono essere problematiche, in quanto su questa materia di studio vi sono spesso conoscenze incomplete persino da parte degli stessi insegnanti, così la confusione regna sovrana. In realtà non c’è nulla di complicato, basta usare l’approccio corretto e tutto diventa molto più semplice. Conosciamo quindi la scala dorica, una delle principale scale modali.

 

La rivoluzione apportata all’inizio degli anni sessanta da Miles Davis nel Jazz è stata fondamentale: il jazz Modale è un sistema musicale che utilizza centri tonali differenti dalla concezione classica (tonalità maggiori e minori), tutto ciò è contenuto nel disco “Kind of Blue”. In realtà non si era inventato nulla di nuovo, perché la musica modale è presente nella produzione popolare e persino nella musica occidentale rinascimentale, senza dimenticare il famoso “Canto Gregoriano”. Alla base della musica modale ci sono le scale modali.

Spesso s’insegna ai ragazzi che le scale modali non sono altro che un diverso approccio alle scale maggiori, per cui invece di partire dalla prima nota si parte dalla seconda, dalla terza, dalla quarta, ecc. e facendo così cambiano le distanze tra le note, modificando lo schema della scala fatto da toni e semitoni. Credo che questo accostamento crei confusione, perché se è vero che si parte da una scala che si conosce già, appunto la scala maggiore, in questo modo la scala modale diventa un qualche cosa che deriva da essa e che nella mente dell’allievo non è più indipendente.

Le scale modali in realtà sono scale differenti, come le scale blues per esempio, e come tali vanno apprese una per una per le loro peculiarità e il sound che possono offrire. Alla fine sono dei colori musicali e vanno usati come tali.

Vediamo la scala dorica per cominciare, che è una delle scale più semplici

E’ ottenuta partendo dalla seconda nota di una scala maggiore, ma la cosa più importante sono gli intervalli che si hanno suonando questa scala. Ecco un esempio in DO dorico:

Impariamo la scala dorica di DO, chitarra

Come potete vedere è una scala di SIb maggiore che parte da DO, quindi ha due bemolle: SIb e Mib. Se però l’analizziamo confrontandola con la scala di DO minore naturale, che è la scala di riferimento per le tonalità minori, scopriamo che differisce da questa solo per una nota: il LA bequadro al posto di LA bemolle. Questo cosa significa?

Significa che la scala dorica è una scala minore, per la presenza della terza minore, ma con la sesta maggiore, che ne “schiarisce” il colore. Alla fine è una scala minore più “leggera” se vogliamo, usata spesso nella musica latina (ad es. “Oye Como Va” di Santana).

Quindi va studiata in questo modo, la sua diteggiatura non dovrebbe essere vista come scala di SIb maggiore che parte dalla seconda nota, ma come scala di DO minore con la sesta maggiore piuttosto.

Jazz: studiamo la scala dorica di DO con la chitarra
Diteggiatura della scala dorica di DO in settima posizione

 

Una volta appresa la diteggiatura vediamo quali sono le armonie su cui suonarla.

Armonie modali doriche

Le armonie modali possono essere anche molto complicate, perché svincolate dalle regole dell’armonia tonale, per cui si possono avere accordi incompleti o con intervalli dissonanti di quarta e di seconda, soprattutto in un brano di jazz modale come lo potrebbe suonare Keith Jarrett!

D’altro canto si può anche avere un livello molto più semplice per l’utilizzo della scala dorica, come ad esempio un accordo duraturo di DO minore o DO minore settima, oppure un giro armonico che usi accordi della tonalità di SI bemolle maggiore ma parta da DO minore settima. Per chi non li conosce eccoli:

DOm7, Rem7, MIbMaj7, FA7, SOLm7, LAm7b5, SIbMaj7

Naturalmente per costruire un buon movimento modale degli accordi è necessario evitare le cadenze che conducono alla tonica naturale che sarebbe Sib maggiore, come ad esempio FA7 – SibMaj7, oppure MIbMaj7-SIbMaj7, per cui se evitate di mettere l’accordo di SIbMaj7 nella sequenza il gioco è fatto.

Per fare pratica con l’improvvisazione dorica ho creato una base che utilizza due semplici accordi:

Esercizio per improvvisazione dorica
Sequenza armonica della base in DO dorico

 

Base in DO dorico

 

Bene, naturalmente quest’articolo non vuole essere una spiegazione esaustiva dei modi, ma solo aprire le porte a qualche interessato alle grandi possibilità offerte dalla musica modale, che sono almeno tante quante quelle offerte della musica tonale che siamo più abituati ad ascoltare. Per concludere mi permetto di consigliare l’ascolto di una mia composizione modale nel modo Dorico di LA: Wondorian Dance. Buon ascolto.

 


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