Lezione di teoria: la notazione internazionale

notazione internazionale musicale
Guido d’Arezzo

Sappiamo tutti (o almeno dovremmo saperlo) che le note musicali in uso nel sistema occidentale sono sette: DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI, più relativi semitoni di passaggio che sono cinque (i diesis e bemolle), per un totale di dodici suoni che compongono la scala cromatica. Senza soffermarci sulla struttura di questa scala, e cioè su come sono distanziate le dodici note che la compongono, in quest’articolo vorrei occuparmi delle sette note dette “naturali” prima citate. Siccome un po’ di cultura non guasta, vediamo intanto che origine hanno queste sillabe.

Gli attuali nomi delle note risalgono al XII secolo e la definizione del loro criterio e del loro nome è attribuita a Guido d’Arezzo; corrispondono alle sillabe iniziali dei primi sei versetti dell’inno Ut queant laxis:

« Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum,
Sancte Iohannes »
 

In seguito si è provveduto a sostituire la sillaba DO a UT, per una sua migliore musicalità.

Possiamo sostenere quindi che la loro origine è italiana, come lo è la maggior parte dei segni musicali attualmente in uso (notazione).

Bisogna però aggiungere che, parlando di musica di consumo largamente diffusa, la maggior parte di questa ci viene dal mondo Anglosassone, e con essa anche il nome delle note che usano questi paesi, importanti da sapere, visto che sugli spartiti le sigle degli accordi sono riportati quasi sempre con tale dicitura.

Il loro sistema per indicare le note utilizza le prime lettere dell’alfabeto, partendo dalla lettera A per il LA e arrivando alla lettera G per il SOL, seguendo l’ordine della scala di LA minore: LA-SI-DO-RE-MI-FA-SOL. Oltre che Anglosassone, tale sistema è detto anche Internazionale, in quanto maggiormente diffuso, soprattutto nella musica stampata. La sua origine, contrariamente a quanto si possa pensare, è più antica di quella italiana, perché già i Greci utilizzavano le lettere per indicare le note musicali.

Esiste poi una variante usata in Germania e in alcuni paesi dell’Est: la nota SI è indicata con la lettera H, mentre il SI bemolle con la lettera “b”.

Ecco uno schema riassuntivo:

Sistema Anglosassone A (B♭*) B C D E F G
Corrispondenza con sistema italiano o latino LA (SI♭*) SI DO RE MI FA SOL
Varianti Tedesche e dell’Est A (b) H C D E F G

*♭= bemolle

Imparare a memoria queste note e il loro ordine è fondamentale per lo studio di qualsiasi strumento musicale, quindi non esitate a farlo già da ora.

 

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Tab e spartiti di Enzo CrottiArticolo di Enzo Crotti, insegnante nei corsi RGS

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