Al Di Meola, Paco De Lucia: “Mediteranean Sundance” – emancipando l’acustica

Mediterranean Sunday - al di meola - paco de luciaVorrei definire questo brano di Al Di Meola come un felice tributo al “pizzico”, in cui la chitarra acustica e classica si esibiscono in funamboliche evoluzioni, senza però perdere di vista la melodia e l’interplay che la musica di qualità dovrebbe sempre possedere.

 

L’incontro, nel 1980, di Al Di Meola, John McLaughlin e Paco De Lucia, portò alla nascita di una felice jam session, contenuta nell’Album “Friday Night in San Francisco”. Inutile dire che i tre sono indiscutibilmente grandi musicisti e virtuosi della chitarra, e che hanno proposto musica dalle innumerevoli sfaccettature a cavallo tra popolare, etnica e jazz, il tutto sempre con una grande precisione ritmica e stile impeccabile. Questo album è così un momento di grande importanza nella storia della musica, non solo per la grande arte espressa, ma anche perchè propone l’emancipazione della chitarra acustica, e la sua grande diffusione per il pubblico di massa.

Il brano d’apertura dell’evento live fu “Mediterranean Sundance“, composto da Al Di Meola e suonato da lui insieme a Paco De Lucia, prima dell’ingresso in scena di McLaughlin. Non me ne voglia quest’ultimo se non parlo di un brano in trio del concerto, ma probabilmente lo farò in futuro. Comunque questo duo presenta caratteristiche di tutto rispetto, e non ultima, la gradevolezza ritmica del tema, con il quale il virtuosismo degli inerpreti si diletta nell’esecuzione.

D’altro canto amo molto le belle melodie e i ritmi incalzanti delle danze, cose che non mancano a questo brano e che mi piace proporre anche nelle mie composizioni e nei miei lavori, spesso solo per chitarre, come nel mio ultimo Album appena uscito.

I ritmi del flamenco la fanno da padroni nel brano di apertura del concerto, scritto nella tonalità di MI minore, una scelta quasi obbligata se si vogliono esaltare al massimo le doti dello strumento. Infatti già dall’inizio ci si sente catapultati in un’atmosfera spagnoleggiante, in cui De Lucia non può che trovarsi a suo agio. Dopo il tema d’apertura iniziano lunghe inprovvisazioni accompagnate con tecniche tipiche della chitarra spagnola, come i vari golpe e colpi ritmici che creano un’efficace spinta propulsiva. A mio parere la cosa più interessante dell’esecuzione sono i contrappunti che risultano negli scambi d’improvvisazione, verso la fine del brano prima della ripresa del tema.
Chiudendo gli occhi possiamo immaginare i due musicisti come ballerini che si sfidano nella danza, con soli di entrambi, ma anche dialoghi e scambi ripetuti. La precisione ritmica è perfetta, come dovrebbe essere in una danza, e così il risultato è vivace ed incalzante.

Prima di questo storico concerto la chitarra classica, con corde in nylon, era quelle di “Giochi Proibiti“, ma il trio ha dimostrato le ampie possibilità espressive di questo strumeno assieme alla chitarra acustica, suggerendo nuovi modi di vedere il genere acustico, che fondono insieme esperienze precedenti nelle quali Al Di Meola, John McLaughlin e Paco De Lucia erano ormai artisti maturi ed esperti.

by Wenz

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