La chitarra acustica trovò un primo repertorio solistico con la diffusione del Blues. Un brano “standard” di questo genere è Backwater Blues, composto e registrato dalla grande Bessie Smith nel 1927, che viene spesso proposto dai chitarristi blues utillizzando la tecnica fingerstyle, magari accompagnandosi mentre lo cantano.
Il Delta Blues è quello stile che si diffuse negli anni 20’ e 30’ del 1900 a partire dalle campagne intorno al delta del Mississipi, in cui la chitarra e l’armonica svolgono un ruolo primario. I musicisti che propongono questo stile, lo fanno spesso suonando la chitarra acustica e cantando, alla maniera di Robert Johnson, il prototipo dell’artista Blues.
Si tratta di uno stile musicale molto scarno e semplice, basato armonicamente in genere sulla sequenza di 12 battute del Blues, che utilizza gli accordi I, IV e V di una tonalità maggiore tutti di settima di dominante. In genere vi sono introduzioni e assoli improvvisati sulle scale blues e su turn-around tipici di questo stile di musica. La vera abilità di chi si cimenta in nel Delta Blues, è quella di accompagnare la voce esaltandone le melodie e riempiendo gli spazi liberi con frasi di chitarra, che creano un dialogo ritmicamente coerente con la melodia cantata.
Spesso i veri musicisti del Delta blues si accompagnano con una chitarra costruita a partire da una scatola di sigari, con accordature aperte particolari che esaltano il colore delle Blue Note.
Il brano Backwater Blues è stato scritto da Bessie Smith, una grande cantante Blues degli anni 20 e 30 che collaborò con artisti del calibro di Louis Armstrong e James P. Johnson.
Il testo parla delle continue inondazioni che martoriavano in quegli anni la zona del delta del Mississipi (non che ora sia migliorato qualcosa). Comunque il tema angoscioso di questo brano è in sintonia con il genere e dovrebbe essere considerato da chi lo esegue.
In allegato alcuni video con interpretazioni di Backwater Blues e una tablatura. Buon ascolto.
by Wenz
Tablatura di Backwater Blues per chitarra fingerstyle
Meraviglioso, non dico altro. Si arriva sempre a un punto in cui le parole non valgono più.
Grazie Santino, hai proprio ragione.