La storia della chitarra jazz, cominciata a New York intorno agli anni venti con il grande Eddie Lang, continua negli anni trenta con due chitarristi che avranno una grande influenza sulle generazioni successive: Charlie Christian e Django Reinhardt.
Il pioniere della chitarra jazz, in un periodo nel quale la chitarra era uno strumento di secondo piano, fu Eddie Lang. Alla sua epoca la formazione musicale per eccellenza era l’orchestra da ballo, e la chitarra non amplificata si trovava in secondo piano, data la sua scarsa emissione sonora. Non a caso le migliori performance di Lang che ci sono arrivate, riguardavano incisioni in piccole formazioni nel jazz quasi “cameristico”, con l’amico Joe Venuti e nel blues, sotto lo pseudonimo Blind Willie Dunn, con Lonnie Johnson.
Chi raccolse l’eredità di Lang furono i due giganti della chitarra: Django Reinhardt e Charlie Christian. L’invenzione di una speciale chitarra acustica da parte dell’ingegner Maccaferri, insieme a una riduzione delle formazioni orchestrali favorita dalla diffusione di piccoli club, favorì il successo di Django Reinhardt, chitarrista europeo di origine gitana.
La cosa che stupisce ancora oggi è che Django suonava la chitarra con strepitoso virtuosismo, nonostante la paralisi parziale della mano sinistra dovuta ad un incendio della sua roulotte. C’è chi dice che forse proprio questa caratteristica lo obbligò a ricercare diteggiature alternative che lo aiutarono a sviluppare il suo fraseggio. Non è dato saperlo, ma sicuramente si trattava di una persona dalla forte volontà, capace di superare anche una grave menomazione come questa e di inventare uno stile di musica che oggi molti imitano: il Jazz Manouche (o Gipsy Jazz).
Grazie alla fortunata collaborazione col raffinato, e tecnicamente preparato, violista Stephane Grappelli, Reinhardt formò il celebre quintetto Hot Club de France, che ebbe un grande successo. Con questa formazione registrò oltre cento brani e compì numerose tournée in tutta l’Europa, fino a giungere negli Stati Uniti d’America subito dopo la II Guerra Mondiale.
L’altro grande erede di Eddie Lang fu Charlie Christian. Di lui ho già parlato in altri articoli a cui rimando, mi limiterò a dire che fu l’ispiratore, assieme al saxofonista Lester Young, del Bebop. Così innovativo che i suoi contemporanei lo ammiravano mentre eseguiva innumerevoli chorus di assolo completamente improvvisati, sempre freschi e ritmicamente incalzanti. Pensate che fu ingaggiato dal grande clarinettista Benny Goodman, che rimase folgorato assistendo a una sua esibizione con un solo di più di 40 chorus consecutivi.
Lo speciale contributo di Django R. e C. Christian alla storia della chitarra Jazz è misurabile tutt’oggi, basta andare in un qualsiasi club ed assistere a un concerto di una band jazz che suona Blues e Bebop o Gipsy Jazz per rendersene conto.
By Wenz
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(dal nuovo CD di Enzo Crotti)